Secondo appuntamento del GRUPPO DI LETTURA

locandina Secondo appuntamento del Gruppo di lettura

Lunedì 19 febbraio 2018, ore 17.30
Secondo appuntamento del Gruppo di lettura voluto dall'Associazione culturale La Maria del Porto e dall’Assessorato alle Culture del Comune di Trani, e guidato dalla prof.ssa Angela Di Nanni, il cui intento è quello di leggere innanzitutto i libri finalisti della seconda edizione del Premio Megamark - Incontri di Dialoghi, premio che si tiene nell'ambito della manifestazione culturale I Dialoghi di Trani.
Il Gruppo si incontrerà periodicamente per discutere assieme del libro del mese. Dopo il primo incontro di presentazione dello scorso 15 gennaio, il prossimo è fissato per lunedì 19 febbraio alle ore 17.30 e si svolgerà presso la sala narrativa. Protagonista il libro I VIGNAIOLI DI CÎTEAUX di Guglielmo Bellelli (ed. Adda, 2017).

L'Autore
Professore ordinario di Psicologia e autore ben conosciuto di libri sulla memoria e sulla regolazione delle emozioni, è anche - da sempre - appassionato cultore di grandi vini, ai quali ha dedicato tre libri già pubblicati dall'editore Adda. Il primo di essi, Interviste impossibili davanti a un bicchiere di vino, è stato premiato nel 2013 alla XII edizione del concorso letterario Il vino nella letteratura del Centro Pavesiano Museo Casa Natale di Santo Stefano Belbo. Innamorato del Pinot noir e grande conoscitore dei climat della Borgogna, l’Autore ha lungamente studiato la storia dei monasteri cistercensi che, partendo da Cìteaux, l'abbazia al centro di questo romanzo, hanno costruito già nel Medioevo uno straordinario impero vitivinicolo che ha letteralmente disegnato la geografia dei grandi vini d'Europa. Da questo interesse è nato il suo primo romanzo, dedicato al più famoso di essi, quello del Clos de Vougeot, già celebrato nel film di Gabriel Axel II pranzo di Babette, tratto dal racconto di Karen Blixen.

Il libro
All'indomani della sanguinosa conquista di Gerusalemme durante la prima grande Crociata in Terra Santa, una serie di delitti efferati perpetrati su alcune giovani donne della Francia settentrionale è attribuita a una feroce entità, presto battezzata dal popolo “la Bestia”. A essere accusato è Guillom, un vignaiolo della Champagne appassionato studioso dei fenomeni naturali, dotato di un eccezionale talento per la vigna. Sfuggito alla cattura, il giovane si rifugia presso il monastero di Cîteaux, fondato alcuni anni prima da un gruppo di monaci di Molesmes, presto diventato un grande centro di attrazione spirituale, dove viene paternamente accolto dall’abate, Étienne Harding, che lo ha conosciuto alcuni anni prima e crede alla sua innocenza. Qui Guillom rivoluziona le tecniche di coltivazione e vinificazione della vite, creando un vino di qualità eccezionale, il cui colore, rubino con riflessi vermigli, sembra evocare in modo straordinariamente realistico il miracolo della Transustanziazione. La storia si svolge in diverse regioni della Francia, dalla Normandia alla Guascogna, attraverso varie vicende, nelle quali l’indagine sugli inarrestabili delitti della Bestia si sviluppa fino al suo imprevedibile esito, intrecciandosi con le guerre della Francia contro la monarchia anglo-normanna e i castellani ribelli, lo scontro teologico tra Bernardo di Chiaravalle e il filosofo Abelardo, le lacerazioni provocate dallo scisma pontificale. Sarà il ritorno ormai insperato del fratello di Guillom dalla Crociata, sfuggito ai suoi spietati persecutori, a permettere al prevosto di Parigi, Gilbert, di svelare il mistero di quelle morti. Non è quello che appare: la Bestia non è una sola, né i motivi di quelle uccisioni risiedono nella perversione dell’assassino. Nella storia, oltre al vignaiolo Guillom e ad altri personaggi creati dall’autore, vi sono personaggi storici, realmente vissuti, variamente coinvolti nella vicenda principale, come Étienne Harding, l’abate di Cîteaux, Bernardo di Chiaravalle e Abelardo. A questi va aggiunto, vero protagonista impersonale, lo storico Clos de Vougeot, del quale nel libro si raccontano gli esordi: come, da alcune parcelle insignificanti, solo parzialmente coltivate, ricevute in dono, i monaci diedero inizio alla loro lenta, ma graduale acquisizione, fino alla loro ricomposizione in una sola unità, interamente dedicata alla coltivazione della vite e destinata a entrare nel mito.