Le nostre proposte

di
Stacey Swann; traduzione di Monica Pareschi

La famiglia Briscoe è un grande albero dai rami frastagliati che ha radici profonde a Olympus, Texas: il patriarca Peter ha avuto sei figli da tre donne diverse, una delle quali è sua moglie June, che alleva bestiame e culla annosi risentimenti eppure non ha mai smesso di amarlo e gli è rimasta fedele nonostante. Poi i figli: quando il primogenito March, rissoso fin da bambino, torna a casa dopo due anni di esilio - ha avuto una storia con Vera, l'incantevole, confusa moglie del fratello Hap - non è la riconciliazione che porta con sé, ma scintille pronte a innescare nuovi conflitti. Intanto Arlo, musicista errabondo dalla nera anima rock, sente che lo straordinario legame con la gemella Artie si sta incrinando, perché lei si è innamorata e forse non vorrà più seguirlo on the road. Tutti a Olympus seguono come uno spettacolo il crescendo di tensione destinato a esplodere in una settimana lunga come un anno, che vedrà saltare tutti gli equilibri. Feroci scambi di battute e risse da saloon, funerali e barbecue, vitelli da marchiare e veterinari affascinanti, vecchie verità e nuove bugie: in questo vivido romanzo d'esordio il mito greco scende dall'Olimpo per prendere la forma di una moderna saga familiare in cui l'amore vince tutto. Vince perché distrugge come un fuoco, e come un fuoco - forse - purifica.

di
Levante

Tra inseguimenti, confessioni notturne e ricordi che esplodono come coriandoli, il nuovo romanzo di Levante racconta il coraggio di guardarsi dentro e di seguire senza riserve il filo caotico dei nostri pensieri. Inquieta, indomabile. Ma anche indifesa, brutalmente sincera, forse pure un po' antipatica. Questa è Anita: una donna come tante che somiglia solo a se stessa. Nel lavoro ha successo, è una giornalista affermata, ma in amore colleziona disastri. L'ultimo in ordine di tempo si chiama Marco, "nessun segno particolare, non un tatuaggio, non un piercing alle orecchie, al naso, niente. La faccia di uno che non attira l'attenzione. Piaceva a tutti, non se lo ricordava nessuno". Lei però se lo ricorda bene. Ricorda quando lui l'ha fatta ridere per la prima volta, sotto un cielo blu di Prussia, con un gin tonic in mano e la testa leggera leggera. Ricorda le caffettiere che preparava solo per lei, per non farle mancare la colazione. Ma ricorda anche i silenzi terribili, carichi di risentimento, con cui la chiudeva fuori dal suo mondo senza darle spiegazioni. Perché ogni storia d'amore è così: per comprenderla tutta, bisogna cominciare dalla fine. E adesso che anche con Marco è finita, dopo tante tempeste e uomini sbagliati, Anita desidera soltanto salvarsi il cuore, metterlo al sicuro. Per curare l'anima dalle ferite del passato e abbracciare, finalmente, la scatola nera delle sue emozioni.

di
Catena Fiorello Galeano

Si torna sempre nei posti dove siamo stati felici, ma a volte è difficile farlo, Isabella lo sa... A trentacinque anni, un matrimonio in crisi con Giulio, e troppi perché alle spalle, Isabella vuole raggiungere quel luogo lontano in cui è stata davvero serena per l'ultima volta. Con gli occhi socchiusi riesce a ritrovare la lei bambina, ospite a casa dei nonni. Da quel punto alto, affacciata alla finestra, il mondo sembra un sogno dolcissimo. Arriva il giorno tanto atteso, quello in cui riceve la prima bicicletta. Sono tutti in giardino, lei, mamma, papà con sua sorella Adele in braccio, e i nonni, orgogliosi in un angolo. Poche ore dopo in quel quadro armonioso si rompe un equilibrio. Senza un motivo apparente i suoi decidono di rientrare in città. Lacrime, urla, e rabbia nel cuore. Perché è accaduto? Perché tutta quella fretta? Gli adulti non rispondono e, peggio, si allontanano fra loro. La famiglia intera deflagra, fino alla separazione dei genitori. È con questo bagaglio di dolore che Isabella parte, dopo venticinque anni, alla volta di Arcudi. La scusa è prendersi una pausa per salvare il suo di matrimonio, su quell'isola dove tutto è ardore, natura selvaggia e silenzio. Al duecentodiciottesimo scalino trova la pensioncina di Santa, e lì ogni cosa prenderà una piega inaspettata, ristabilendo verità e sotterfugi. L'incontro con Daniel, un chitarrista filosofo con l'ambizione della scrittura, la aiuterà a capire cosa le manca davvero. Si nutriranno a vicenda dei propri dubbi, in una dinamica inesplorata che insegnerà a Isabella ad accettare alcune amare rivelazioni. A cominciare dai racconti di Teresa, una donna che conosce bene la sua storia, passando per le richieste di un rampante avvocato che vuole farle vendere la proprietà di famiglia, fino ad arrivare a Sveva, l'amica sincera che le mancava. E intanto, tra un'escursione in barca, una camminata verso le alture del vulcano, e un tramonto capace di togliere il fiato, Isabella e Daniel si avvicinano pericolosamente, ma il pensiero di Giulio è sempre fermo lì, nell'anima. In questo ottovolante di emozioni, Isabella compirà il viaggio più bello, quello dentro se stessa, e scoprirà che l'amuri, l'amuri vero, anche quando è perduto può fare ancora del bene.

di
Davide Chinellato

Anche se LeBron di se stesso non lo dirà mai, anche se per lui il migliore resterà sempre Air Jordan, una ex star dell'NBA come Isiah Thomas non ha dubbi: è King James il Goat, il più grande di sempre. «Perché non abbiamo mai avuto un giocatore che riesca a combinare come LeBron il dominio sul parquet a tutto il resto. Per il primo aspetto ci sono le statistiche, e i numeri non mentono mai: nessuno ha avuto la sua resa e la sua costanza in ogni aspetto del gioco. Così come nessuno ha fatto ciò che ha fatto lui per le comunità in difficoltà». Per tutti questi motivi LeBron James è unico. Il bambino abbandonato dal padre e con una mamma ancora sedicenne, che ha trascorso la sua infanzia difficile («Ho visto di tutto: droga, omicidi; era folle») peregrinando tra divani e camere in affitto, fino a essere preso in affidamento dall'allenatore della squadra di football del quartiere, non è diventato solamente il migliore al mondo nel suo sport, il basket, un giocatore unico, il Prescelto, ma anche un uomo che ha impegnato la sua immagine per combattere le ingiustizie sociali. Qui lo raccontano e si racconta, racconta la sua forza inarrestabile: «Un giorno ho detto a me stesso: se sei talmente stanco che non ti senti più le gambe, continua a correre; e se ti senti morire, corri ancora più forte». Sicuro che il meglio per lui, sul parquet e nella vita, debba ancora venire.

«Non starò mai zitto davanti alle ingiustizie, e non mi limiterò a parlare solo di sport, come qualcuno pretenderebbe. Io sono parte della comunità. Mi interesso della mia gente, del razzismo, della società tutta. E sono consapevole di quanto la mia voce sia potente, e di quanto possa essere d'aiuto.»

di
Emanuele Trevi

Rocco Carbone nasce a Reggio Calabria nel febbraio del 1962, ma una buona parte della sua infanzia la trascorre in un piccolo paese dell'Aspromonte, Cosoleto: un posto di gente dura, taciturna, incline a una rigorosa amarezza di vedute sulla vita e sulla morte. Emanuele Trevi lo conosce nell'inverno del 1983, quando è arrivato a Roma da poco tempo e si è iscritto a Lettere. Parlare della vita di Rocco, per Trevi, significa necessariamente parlare della sua infelicità, ammettere che faceva parte di quella schiera predestinata dei nati sotto Saturno, tratteggiarne la personalità bipolare e a tratti sadica, il carattere spigoloso, la natura lucida e sintetica dell'opera. Pia Pera cresce a Lucca in una famiglia colta, originale ed eccentrica. Poco più che adolescente lascia la città toscana e studia Filosofia all'università di Torino. Dopo un dottorato in storia russa alla University of London inizia a insegnare letteratura russa all'Università di Trento, ma poi, delusa dall'ambiente, lascia perdere ogni ambizione accademica e decide di occuparsi di un fondo abbandonato a San Lorenzo, dedicandosi alla cura del giardino. Quando Trevi la incontra, Pia è una trentenne spavalda e maldestra, brillante, anticonformista e generosa. Ma già possiede quella leggerezza e quella grazia di chi, mentre la malattia costringe alla resistenza continua, sa correre sempre in avanti, verso l'altrove. Tratteggiando, con affetto, le vite dei due amici, Emanuele Trevi persegue una ricerca narrativa fondata sulla memoria e, al contempo, rende un sentito omaggio a due talentuosi scrittori italiani.

di
Dan Peterson, Umberto Zapelloni; illustrazioni di Fer Taboada

Li chiamano "I giganti del basket" ma non è necessario essere alti due metri. Servono talento, velocità, precisione, doti atletiche e intelligenza per emergere prima sull'asfalto dei campetti, poi sui parquet. Da James Naismith a John Wooden, passando per Kobe Bryant, Magic Johnson e Michael Jordan. C'è tanta Nba e non potrebbe essere altrimenti, ma ci sono anche gli europei che l'hanno conquistata, gli allenatori che con le loro idee hanno scritto schemi e storie straordinarie e tre grandi giocatori italiani. Una storia del basket vista anche attraverso 50 meravigliosi ritratti, scritti da Dan Peterson e Umberto Zapelloni e illustrati da Fer Taboada

di
Giulio Mozzi

Mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, all'obbligo di capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia o forse no. Tuttavia, se Bianca, spuntando dal nulla dopo anni, chiede aiuto, Mario subito accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di Mario possiamo dire - quasi sempre è il 17 giugno -, degli spazi in cui Mario si muove non siamo certi. La ripetizione è l'unica realtà di Mario. Con una scrittura che procede per variazioni capitolo dopo capitolo, pur conservando un incalzare ipnotico, Giulio Mozzi in questo suo romanzo guida il protagonista, e chi legge, attraverso avventure in parte reali e in parte - ma la cosa è sempre indecidibile - del tutto immaginarie, portandoli a sfiorare le vite strane e misteriose di personaggi senza nome - il Grande Artista Sconosciuto, il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Monaci, il Capufficio - che Mario contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando, nell'ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni.

di
Arianna Farinelli

È la notte delle elezioni. Bruna – che insegna Scienze politiche in un college di New York – è stata in tv per commentarne i risultati, ma l'angoscia che prova rientrando a casa non è dovuta alla vittoria del candidato repubblicano bensì al segreto che sa di dover confessare a suo marito Tom. Da tempo intorno al loro matrimonio si affollano lunghe ombre: quella dei genitori di Tom, italoamericani perbenisti, radicalmente conservatori come tanti immigrati delle generazioni venute dopo la prima; l'ombra del tormento del figlio Mario, che manifesta un precoce disagio verso il suo corpo maschile; quella dell'alien number attribuito a Bruna dalla burocrazia statunitense. Questo libro è la storia di una famiglia, dei suoi segreti, delle sfide a cui è chiamata, ma è anche un appello rivolto a tutti noi. Yunus, il giovane studente afroamericano con il quale Bruna ha intrecciato una relazione, le lascia infatti un memoriale che è al tempo stesso una requisitoria contro l'ipocrisia delle nostre democrazie occidentali, un romanzo nel romanzo – la storia di un ragazzo per il quale l'estremismo religioso è la sola via per sentirsi fedele a qualcosa di grande – e una lettera d'amore. Ciascuno dei protagonisti cammina solo, dentro un buio più forte delle luci di Manhattan, alla ostinata ricerca della propria identità. Arianna Farinelli fa della diversità – etnica, culturale, religiosa, di genere – la lente attraverso cui misurare il mondo in cui viviamo. Ci accoglie tra le ovattate moquette dell'élite occidentale, poi spalanca sotto i nostri piedi la voragine delle ipocrisie che la mettono in pericolo. E attraverso la voce di Yunus ci addita come specchio il quadro di Grant Wood, «American Gothic»: «Facce bianche di vecchi impauriti che pensano di proteggere il mondo con un forcone, ma il loro mondo già non esiste più». È la voce di chi ha perduto tutto, tranne la speranza che le parole possano costruire ponti verso un futuro di uguaglianza e libertà.

di
Raphael Bob-Waksberg; traduzione di Marco Rossari

Questo libro contiene: 1. Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. 2. E altri quindici racconti pieni di umorismo, romanticismo, stravagante surrealismo e sincerità. 3. Una scatenata comicità che nasconde una verità sgradevole che fingiamo di non vedere che a sua volta cela un'amara ironia che svela il dolore di cui siamo composti che prepara il sorriso dell'accettazione bagnato dalle lacrime per l'essere vivi. 4. Elenchi puntati. 5. Chiunque abbia visto qualche puntata di "BoJack Horseman" sa che il talento di Raphael Bob-Waksberg si sviluppa in una cifra unica, personalissima: quella in cui l'ironia più amara diventa un bisturi affilatissimo che taglia i nodi delle relazioni umane. Le nostre fragilità, il desiderio di essere amati, di essere riconosciuti dall'altro, la nostra ricerca di qualcosa che illumini le ombre che ci portiamo dentro. 6. Leggendo questi racconti preparatevi a essere devastati e ricostruiti pezzo a pezzo. «Le persone si dividono in due tipi: quelle che non vuoi toccare perché hai paura che si spezzino e quelle che non vuoi toccare perché hai paura che ti spezzino». Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. E altri quindici racconti dal creatore di BoJack Horseman pieni di umorismo e sincerità sul sentimento più bello e su quello piú terribile: l'amore.

di
Nicholas Sparks; traduzione di Alessandra Petrelli

Maggie ha sempre nascosto la sua storia. Chi la conosce ora non sa nulla del suo più grande amore. Lei aveva sedici anni, era lontana dalla sua famiglia ed era in attesa di un bambino che avrebbe dato in adozione: fu allora che incontrò Bryce. Lui era poco più grande di lei, non la giudicava per quel pancione che cercava di nascondere, e le insegnò tutto su quella che sarebbe diventata anche la passione di Maggie: la fotografia. Il loro primo bacio fu perfetto. Il loro amore fu unico, di quelli che capitano soltanto una volta nella vita. Adesso, a vent'anni di distanza, Maggie è un'affermata fotografa di viaggi. Ha immortalato gli angoli più diversi e singolari del mondo e ha aperto una galleria a New York, dove sono esposti i suoi scatti più belli - che Bryce, però, non ha mai visto. Ci sono ancora centinaia di luoghi che Maggie vorrebbe visitare, e che ha annotato in un diario chiuso in un cassetto, ma la vita l'ha costretta a una dolorosa battuta d'arresto. In quello strano e solitario Natale, ha accanto solo il giovane assistente della galleria, al quale riesce incredibilmente a confidare la verità che da tempo ha chiuso in fondo al cuore. E quando lui le chiede quale regalo desidererebbe sopra ogni cosa, Maggie, che credeva di conoscere la risposta, si scopre a rimettere in discussione tutto ciò che aveva sempre creduto più importante.