Mission

Manifesto UNESCO sulle biblioteche pubblicheLa biblioteca comunale "Giovanni Bovio" è una biblioteca pubblica il cui obiettivo è quello di realizzare le finalità dichiarate nel
Manifesto sulle biblioteche pubbliche dell'UNESCO.
La biblioteca garantisce a tutti, sulla base dell’uguaglianza, il diritto di accedere liberamente a tutte le espressioni del pensiero e della creatività umana, secondo i principi fissati dalla Costituzione della Repubblica. L’accesso a tutti i suoi servizi è libero e gratuito senza distinzione alcuna di età, razza, nazionalità, sesso, classe sociale, lingua, convinzione politica, credo religioso, o altro. Ai cittadini viene riconosciuto il diritto all’informazione e alla documentazione al fine di promuovere e garantire l’apprendimento permanente, l’indipendenza delle decisioni, lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali.
Proponendosi mediatrice dell’informazione e custode della cultura persegue obiettivi di raccolta, conservazione e catalogazione del patrimonio storico documentario, in particolare di quello legato al territorio, garantisce l’informazione generale attraverso l’acquisizione e l’offerta di tutti i documenti disponibili: libri, giornali, riviste, video, cd audio, cd-rom, dvd, etc.
La biblioteca dovrà essere uno dei luoghi più autorevoli delle conoscenze e delle informazioni; dovrà essere un luogo di incontro, di discussione e di promozione della lettura, sperimentando forme inedite di incontro fra lettori, libri e bibliotecari. Dovrà garantire il long-life learning sia per l’aggiornamento professionale che per il soddisfacimento di bisogni di conoscenza e di informazione individuali, realizzando ed offrendo un ampio spettro di servizi, materiali e iniziative.
La biblioteca è un vero e proprio servizio al territorio, messa a disposizione dei cittadini per l’assolvimento ai diritti dell’accesso all’informazione, alla documentazione e alla conoscenza, deve supportare la crescita della vita culturale, sociale ed economica del territorio di riferimento e non solo.
L’obiettivo strategico e permanente è il miglioramento continuo in funzione della soddisfazione dei “requisiti” e delle “richieste” dell’utente.

Le cinque leggi della biblioteconomia

immagine di RanganathanFormatosi originariamente come un matematico, Shiyali RamamritaRanganathan (Shiyali, 9 agosto 1892 – Bangalore, 27 settembre 1972), venne a contatto con il mondo delle biblioteche del suo paese, l'India, in modo accidentale. Tuttavia, nel corso di un viaggio in Europa fu fortemente colpito dalla realtà delle biblioteche occidentali, rendendosi conto del valore e delle potenzialità della biblioteconomia; così, al suo ritorno prese a lavorare instancabilmente nel campo della documentazione: con la sua opera promosse in modo straordinario lo sviluppo delle biblioteche indiane, e soprattutto introdusse alcune idee di grande importanza per tutta la biblioteconomia moderna. La parte più famosa del pensiero di Ranganathan sono le cinque leggi della biblioteconomia. Sono cinque principi semplici, apparentemente banali. Eppure, Ranganathan li pone a fondamento dell'intera biblioteconomia, tant'è vero che si richiama ad essi in tutte le sue opere, anche in quelle molto tecniche riguardanti i sistemi di classificazione. E questo è in un certo modo rivoluzionario, perché significa considerare come centro della biblioteca l'uomo che se ne serve, il lettore. Qualsiasi operazione che avviene in biblioteca, dice Ranganathan, deve essere condotta tenendo sempre presente l'utilità che in ultima analisi avrà per le persone. Anche quando i bibliotecari sono immersi nei tecnicismi della catalogazione e nella burocrazia delle procedure, dovrebbero sempre ricordarsi di colui per il quale stanno lavorando: l'uomo.

1. I libri sono per l'uso. Devono essere usati per il pensiero in essi contenuto. Le autorità bibliotecarie non dovrebbero approvare alcun provvedimento che impedisca o faccia diminuire l'uso dei libri. Dovrebbero interpretare tutte le norme e i regolamenti con spirito aperto, così da potenziare l'uso dei libri. Dovrebbero distruggere in germe anche la più leggera intromissione dello spirito di burocrazia in ogni questione connessa con l'uso della biblioteca. Dovrebbero sempre tenere in mente che la biblioteca socializza l'uso dei libri. Una biblioteca è resa grande non dal numero dei suoi libri ma dal loro uso. Pochi libri tenuti continuamente in uso effettivo formano una biblioteca più grande che migliaia di libri tenuti ben chiusi negli armadi di un edificio monumentale.

2. I libri sono per tutti. Ad ogni lettore il suo libro. Queste due formulazioni alternate della seconda legge sottolineano con forza le Implicazioni della Prima Legge, vista dalla parte dei lettori. Esse chiedono che la biblioteca pubblica prenda in considerazione ogni genere di lettore, qualunque sia l'età, il sesso, la vocazione, la capacità di orientarsi e la propensione a leggere.

3. Ad ogni libro il suo lettore. Questa legge sottolinea con maggior rilievo le implicazioni della Prima Legge viste dalla parte del libro. Ciò porta la Prima Legge a significare che “il destino del libro sono le mani del lettore”. In base a ciò il libro si raccomanda al bibliotecario così: “Io sono inerte. Di mia iniziativa io sono incapace di raggiungere le mani dei miei lettori. La mia voce non è in grado di farsi udere da loro. Io devo appoggiarmi su di te per essere portato al mio lettore, e il mio lettore deve essere portato a me”. Ogni libro lasciato a lungo sullo scaffale lontano dal suo lettore, coperto dalla polvere e non toccato dai lettori, potrebbe far cadere una maledizione sul bibliotecario. Farà cadere una maledizione anche sulle autorità bibliotecarie se non procurano bibliotecari adeguati nella qualità e sufficienti di numero, che siano in grado di trovare lettori per ogni libro.

4. Risparmia il tempo del lettore. La seconda formulazione è un corollario della prima. La fame fisica per il cibo è irresistibile. La sete fisica per l'acqua è inesorabile. Né l'una né l'altra si estingueranno da sole finché non si presterà loro attenzione. Ciascuna rimarrà finché non sarà soddisfatta. Ma la fame mentale per i libri non è irresistibile nella maggior parte della gente. La sete mentale per l'informazione non è inesorabile nella maggior parte della gente. Entrambe, per loro natura, sono facilmente portate ad andarsene. Entrambe si esauriscono se non sono immediatamente soddisfatte quando prendono forma. Nessun intervallo di tempo dovrebbe passare fra la domanda e la risposta. I tempi della lettura sono spesso di breve durata. Possono essere sfruttati solo in quello specifico momento. Questo è il messaggio della Quarta Legge.

5. La biblioteca è un organismo che cresce Questa è la Quinta Legge. Essa è diversa nella sua natura dalle altre quattro Leggi, che possono qualche volta condurre a grande entusiasmo e ad eccessi. La Quinta Legge agisce in tal caso come un correttivo. Le altre Leggi considerano come un unico insieme le tre unità della biblioteca: il lettore, il libro, il personale. Ma la Quinta Legge concerne quello stesso insieme, con la crescita di ciascuna delle sue unità separatamente. Naturalmente essa considera anche le ripercussioni della crescita di ciascuna su quella di ogni altra.